Le motivazioni per chiedere aiuto ad uno specialista di psicologia infantile sono varie, spesso le aree di problematicità si sovrappongono e coesistono all’interno di uno stesso quadro sintomatico.

Di seguito un elenco delle aree di intervento su cui possiamo aiutare il tuo bambino:

Disturbi emotivi: disagio emotivo e relazionale che può manifestarsi con un tono dell’umore depresso e con comportamenti di chiusura verso l’esterno. In altri casi si possono osservare stati d’ansia improvvisi o costanti e difficoltà a separarsi dalle figure genitoriali di riferimento.

Disturbo del comportamento: aggressività, difficoltà a rispettare le regole e scarsa tolleranza della frustrazione. Di frequente si  attacca l’autorità o si attivano condotte distruttive verso persone o oggetti.

Disturbo da deficit di attenzione e iperattività: non si è in grado di mantenere l’attenzione se non per brevi periodi, e si mostra irrequietezza comportamentale. Molte volte è in realtà una sintomatologia secondaria a difficoltà emotive.

Disturbo del linguaggio: a volte alcuni bambini presentano un ritardo nell’acquisizione del linguaggio che può avere cause di varia natura. In altri casi se la difficoltà linguistica persiste dopo i tre anni si potrebbe trattare di un disturbo specifico del linguaggio da curare tempestivamente. In tal caso l’approccio integrato di psicoterapia e logopedia facilita l’acquisizione delle competenze mancanti.

Balbuzie: è un disturbo di fluenza dell’eloquio, che viene interrotto da ripetute ripetizioni o blocchi, ed è frequentemente associato a stati d’ansia.

Mutismo selettivo: è un caso particolare di sintomo legato al linguaggio in cui la comunicazione è totalmente assente solo in certi contesti, spesso quelli scolastici, pur essendo intatta la capacità verbale. Solitamente il linguaggio del bambino è presente con le figure di riferimento.

Disturbo dell’apprendimento: con l’inizio della scuola primaria possono manifestarsi difficoltà nella lettura, nella scrittura o nel calcolo. La valutazione precoce permette una presa in carico tempestiva del problema e una prognosi più favorevole.

Disturbi del comportamento alimentare: oggi l’età di esordio si sta notevolmente abbassando, ed anche in bambini di scuola elementare si possono trovare difficoltà nel rapporto con il cibo. Queste possono portare a disturbi conclamati come anoressia, bulimia o obesità. Una nuova forma di disturbo alimentare si individua oggi nella ortoressia, che rappresenta l’ossessione per l’alimentazione sana, e che porta ad una sempre maggiore selettività e ad eliminare dalla propria dieta ampie categorie di alimenti.

Disturbi del sonno: difficoltà ad addormentarsi o accusare risvegli ripetuti, accompagnati talvolta da incubi notturni.

Disturbi del controllo sfinterico: sono presenti difficoltà nel controllo sfinterico (enuresi, encopresi, stipsi), non dovute a cause fisiologiche.

Disturbi pervasivi dello sviluppo: tali disturbi implicano la compromissione di più aree funzionali; si manifestano durante l’infanzia e implicano un linguaggio assente o povero o bizzarro, difficoltà di entrare in relazione e condotte stereotipate e ripetitive.

Tic: si presentano come movimenti, gesti o suoni , involontari e non controllabili, che si manifestano in uno o più contesti e che non sono dovuti a disturbi neurologici.

Disturbi psicosomatici: mal di testa ripetuti, continui mal di pancia, vomito prima di andare a scuola… sono sintomi che possono esprimere il disagio psicoemotivo avvertito e non comunicabile a parole.In queste situazioni è sempre importante fare tutti gli accertamenti medici necessari. Qualora però non si trovino risposte di tipo organico o funzionale, dobbiamo accostarci a questa sofferenza del bambino considerandone gli aspetti psicosomatici.

Rapporto problematico con la propria immagine corporea: con la crescita può capitare che si viva con disagio la propria immagine corporea, che può portare a scelte volte alla ricerca continua di una perfezione ideale a cui si tende. Il soggetto può arrivare a ricorrere ad interventi chirurgici invasivi o a pratiche fisiche autolesive.

Autolesionismo: fenomeni vari in cui si provoca danno al proprio corpo in modo lieve o grave, come tagli a gambe e braccia o bruciature.

L’obiettivo del nostro lavoro è promuovere il benessere e migliorare la qualità di vita del tuo bambino

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